Tarantino
 CANNES – Il mandante è Quentin Tarantino, il braccio armato sullo schermo è quello dell’amico Eli Roth: una raffica di colpi sparati in faccia a Hitler mentre, dentro un cinema d’essai parigino, bruciano i corpi di Goebbels e del gruppo dirigente del Terzo Reich. La seconda Guerra Mondiale riletta dal regista di Pulp Fiction ha un finale diverso: “La gente viene da me e mi chiede se si tratta di una favola, perché effettivamente i miei personaggi cambiano il risultato della guerra, o meglio, la seconda guerra mondiale sarebbe finita in modo diverso se i miei personaggi fossero realmente esistiti. Quando Shosanna dà fuoco alla pellicola e distrugge il cinema con i gerarchi al suo interno ci vedo una doppia metafora, la forza del cinema nel contesto del film riesce a distruggere il terzo Reich. Il cinema, nel senso del mezzo che io uso per raccontare, cambia la Storia”.
“Nel momento delle riprese il dubbio è stato: con cosa farebbe iniziare l’incendio Shosanna? Con un rullo di un film di Goebbels o un rullo della Grande Illusione di Renoir? Anche in questo caso ci sarebbe stata una bella metafora. Se fossero esistiti davvero i miei bastardi senza gloria, le cose sarebbero andate in modo diverso”, racconta Tarantino, raggiante dopo gli applausi che hanno accolto il suo Inglourious basterds (con due refusi voluti) presentato in concorso alla 62esima edizione del Festival di Cannes.

I bastardi senza gloria del titolo sono un gruppo di soldati ebrei americani comandati dal tenente Aldo Reiner (Brad Pitt con i baffetti) per compiere azioni di guerriglia nella Francia occupata. Per generare il terrore tra le fila nemiche, i nostri torturano e ammazzano i soldati tedeschi: spappolano loro la testa con la mazza da baseball, scalpano i morti e incidono svastiche sulla fronte dei superstiti. La storia del gruppo s’intreccia con quelle di una ragazza ebrea (Mèlanie Laurent) sopravvissuta alla strage della sua famiglia e che vive in incognito a Parigi, dove gestisce un cinema. Di lei s’invaghisce un eroe di guerra nazista, che chiede a Goebbels di celebrare la première del nuovo film di propaganda, di cui è protagonista come attore, proprio in quel cinema. La giovane donna vede nell’evento, cui sarà presente lo stesso Hitler, l’occasione di vendicare la morte dei suoi cari, facendo bruciare la sala grazie a una montagna di pellicola altamente infiammabile. Ma, a sua insaputa, anche i bastardi, per ordine di un generale britannico (Mike Meyers, l’ex Austin Power) hanno dato il via all’operazione Kino, per far esplodere la sala, con la complicità di una famosa attrice (interpretata dalla tedesca Diane Kruger) che fa il doppio gioco. A mettere i bastoni tra le ruote un “cacciatore di ebrei”, il colonnello Hans Landa, poliglotta, interpretato dall’attore tedesco Christoph Waltz.

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Inglourious Basterds, diviso in cinque capitoli più un epilogo, racchiude l’essenza del cinema tarantiniano: l’omaggio al cinema di genere, stavolta quello bellico, i dialoghi surreali che hanno suscitato le risate in sala durante la proiezione per la stampa, le musiche firmate dall’amato Ennio Morricone. Molte le citazioni cinematografiche nelle scene, ma anche nei dialoghi dei personaggi. In conferenza Tarantino dice: “Nel mio film ho voluto mostrare che il potere del cinema può sconfiggere il nazismo, non solo in senso metaforico”.

Non poteva mancare il cinema italiano, e non solo nel titolo, ispirato a Quel maledetto treno blindato di Enzo Castellari (1977). Lo stesso capo dei bastardi Brad Pitt si traveste da cineasta italiano, insieme a due compagni, per avere accesso alla premiere del film. Vengono però scoperti dall’implacabile colonnello Hans Landa che, a differenza loro, si esprime benissimo anche nella nostra lingua. Brad Pitt, accompagnato alla Croisette da Angelina Jolie, con questo film è riuscito finalmente a realizzare il desiderio di lavorare con Tarantino. In conferenza stampa, scherza su come ci è riuscito: “Quentin mi è venuto a trovare con la sceneggiatura. Abbiamo parlato tutta la notte. La mattina dopo c’erano cinque bottiglie di vino e molti resti di sigarette. Sei settimane più tardi avevo indosso l’uniforme ed ero sul set, così mi sono preparato al ruolo”.

Tarantino e il resto del cast ha brindato in conferenza la nascita del figlio di uno degli attori. Il regista, Palma d’oro nel ’94 con Pulp Fiction, si dice onorato e felice di essere nuovamente in concorso al Festival di Cannes, “il luogo che più rappresenta il cinema di tutto il mondo”. Non sembra preoccupato del fatto che a presiedere la giuria sia Isabelle Huppert, che avrebbe dovuto interpretare da diva tedesca spia per gli alleati (ruolo poi andato a Diane Kruger): “Non sono spaventato, non c’è acrimonia tra noi. Io l’adoro, guardo i suoi film tutti i giorni e spero di poter lavorare con lei. Non ha potuto partecipare al film per via di suoi precedenti impegni”. fonte repubblica.it