Apr
2009
L’ultimo eroe cartoon? Ha 78 anni
Ma perché Carl Fredricksen rappresenta in qualche modo una rivoluzione, la rottura di un tabù? Non certo per la sua natura, visto che si tratta semplicemente di una persona, di un uomo. No, la vera novità di quest’ultima creazione Pixar è nel suo certificato anagrafico: 78 anni suonati. Un anziano, insomma; anzi, per non usare eufemismi, un vecchio. Scelto non in un ruolo di contorno, di spalla, ma come protagonista principale della fantasiosa, psichedelica, estrosa avventura che è al centro della pellicola: alla morte della moglie, infatti, il nostro eroe decide di realizzare il sogno della vita. E così attacca al tetto della sua villetta una miriade di palloncini e parte verso su, verso il cielo. Per poi atterrare in una località esotica e ricca di sorprese, Paradise Falls. Con lui, a fargli compagnia suo malgrado, un bambino sovrappeso di otto anni, che si è introdotto come “clandestino” nella casa volante…
Si dirà: questa svolta geriatrica, seppure in una major come la Disney da sempre attenta al pubblico di bambini e adolescenti, non è poi così clamorosa. Non quanto, ad esempio, la scelta di una ragazza di colore, Tiana, come protagonista del prossimo cartoon (non Pixar) della casa di Topolino, La principessa e la rana, che uscirà a dicembre sugli schermi americani. Ma se lo sdoganamento della bella eroina afroamericana arriva in piena era Obama (per non parlare di illustri precedenti come la nativa Pocahontas o la cinese Mulan), lo scegliere come eroe d’azione un vecchietto rappresenta una rivoluzione maggiore. Sancisce infatti la fine dell’idea di anziano relegato in un ghetto, condannato all’ospizio. Annulla le rigide barriere legate all’età, ammettendo che anche un bambino di cinque anni – magari aiutato dal fatto di avere un nonno babysitter, come accade tanto spesso – possa identificarsi nell’energia e nella carica vitale di un quasi ottantenne.
Interpellati sul perché di una scelta così singolare, il regista Pere Docter (già candidato agli Oscar per il suo incredibile Monsters e co.) e il produttore Jonas Rivera hanno risposto così: “Sapevamo che l’idea in sé era rischiosa – hanno ammesso – ma in realtà i vecchi scorbutici godono di una ricca tradizione. L’avere come protagonista un anziano bisbetico è interessante, offre una miriade di possibilità di divertimento per il pubblico, anche giovanissimo. E poi non l’aveva ancora fatto nessuno: e uno dei nostri capisaldi, qui alla Pixar, è il non tornare mai sui nostri passi. E visto che siamo giunti ormai al nostro decimo lungometraggio, è un principio a cui è sempre più difficile rimanere fedeli”.
Dunque, un po’ di rischio c’è. Ma visto che parliamo di creativi già capaci di far diventare simpatici i ratti (con Ratatouille), di far credere che nelle auto oltre al motore c’è un’anima (Cars) e di farci innamorare di una macchina compatta-rifiuti (Wall-e), probabilmente l’operazione riuscirà. Nel frattempo, c’è da segnalare che questo 2009, per la Pixar, è davvero un anno d’oro: dopo la passerella di Cannes, ci sarà il Leone d’oro alla carriera alla Mostra di Venezia. Assegnato a tutti i creativi della maison. Fonte Repubblica.it