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ROMA – Incontri, trattative e proteste. E colpi di scena. Quanto tutto lasciava pensare che l’addio di Kakà al Milan, per vestire la maglia del Manchester City, fosse ormai prossimo, è arrivato l’annuncio del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi collegato telefonicamente con il “Processo” di Biscardi: “Kakà resta con noi, è incedibile”. Una scelta fatta dal pallone d’oro: “Per Kakà – precisa Berlusconi – i soldi non sono tutto nella vita”.

Berlusconi ha spiegato che “è stato il mio intervento ma anche il suo. Quando mi sono sentito dire che da lui che preferiva restare, che non

avrebbe pensato di aver perso un’occasione per uno stipendio più alto e privilegiava i valori della bandiera, i valori della vicinanza e dell’amicizia, il calore e l’affetto che gli hanno dimostrato anche in questi due giorni tutti i tifosi, io ho detto ‘evviva’ e ci siamo idealmente abbracciati. Kakà è e resta al Milan”.

Capitolo chiuso, parola di Berlusconi? “Io dò la parola sulle cose che dipendono da me. Alla fine di questo contratto io non so se sarò ancora presidente del Milan, tanto che adesso non lo sono più…”.

“Lui – ha detto il premier e patron del Milan – si è tolto dal mercato con questa sua decisione di restare legato al contratto che ha con il Milan. Un contratto firmato su una carta da bollo ma da ora in avanti possiamo ben dire firmato sul sentimento, firmato con il cuore”.

Insomma, il “no”, è arrivato dal giocatore quando praticamente mancavano solo l’ok del

giocatore e le firme per concludere la trattativa milionaria. L’accordo era stato trovato su una cifra record, di poco inferiore ai 130 milioni di euro. e anche l’ingaggio non era da poco: tra i 18-20 milioni di euro a stagione. Con condizioni di tutto rispetto, su tutte la clausola rescissoria: 71 milioni di euro (circa 65 milioni di sterline) che il calciatore avrebbe sfruttato solo nel caso in cui a gennaio la squadra fosse riuscita a raggiungere l’obiettivo della qualificazione in Champions. Segno, questo, della perplessità che il giocatore continuava a nutrire sull’intera operazione. E che probabilmente deve aver pesato sulla sua decisione. Il tecnico Mark Hughes avrebbe telefonato a Kakà per rassicurarlo circa i progetti futuri del club. Tutto inutile, è in serata è giunta anche la conferma da Manchester: per Kakà trattativa chiusa.

La trattativa aveva vissuto oggi la sua giornata più importante. Oggi, per due ore, l’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani e il papà procuratore del giocatore, Bosco Leite (che aveva visto precedentemente il figlio), si sono parlati. Si dice che Bosco Leite fosse pronto a chiedere il quinto ritocco dell’ingaggio in cinque anni, condizione per far saltare il trasferimento. Un’ipotesi però improponibile per il Milan. Poco prima, invece, Galliani era andato ad Arcore per un faccia a faccia con Silvio Berlusconi.

I tifosi del Milan, in questo giorno decisivo, hanno detto la loro. Si sono riuniti sotto la sede della società. Oltre cinquecento voci a gridare che ‘Kaka’ non si vende’ e un lungo striscione con un esplicito messaggio che aveva due destinatari: ‘E’ una questione di cuore: società non vendere. Kakà non chiedere’. Poi alcuni sono andati sotto casa del giocatore. E Kakà li ha ripagati affacciandosi alla finestra, battendosi la mano destra sul cuore e sventolando una maglietta rossonera. Forse la decisione l’aveva già presa.

Ipotesi Ribery.
Eppure la conclusione di verso opposto sembrava confermata dalle indiscrezioni del giornale francese “Le Parisien”, secondo il quale i rossoneri avrebbero messo gli occhi su Frank Ribery, francese del Bayern Monaco. I rossoneri vorrebbero strapparlo ai bavaresi, con 35 milioni di euro, più la cessione a titolo definitivo di Massimo Oddo. A Ribery, invece, andrebbero 6,5 milioni di euro a stagione per quattro anni.

Le altre operazioni di mercato.
Il West Ham, club inglese allenato dall’italiano Gianfranco Zola, sarebbe molto interessato ad ingaggiare l’attaccante della Fiorentina, il 22enne Pablo Daniel Osvaldo. Su Osvaldo, però, c’è anche il Bologna che perso Pazzini, passato dalla Fiorentina alla Sampdoria. Stop, invece, al trasferimento di Milito da Genova. Fabrizio Preziosi, direttore generale dei grifoni è categorico: “Milito ce lo teniamo stretto”.