Juve e Milan spaventano l'Inter

 ROMA – Una giornata non è molto per emettere delle sentenze, ma qualcosa si è visto e dunque possiamo cominciarne a parlarne tutti insieme. Il Milan ad esempio non è poi così disprezzabile, e tutto sommato non è detto che il campionato sia unicamente un noioso dialogo tra Inter e Juventus, Anzi a ben vedere delle tre big l’Inter di Mourinho è quella che parte più indietro, almeno stando al risultato ottenuto col Bari e alla stessa autocritica (“Non abbiamo giocato bene e il Bari ha meritato il pareggio”) dell’allenatore portoghese. Il Bari avrebbe pure meritato di vincere ma ammettere anche questo sarebbe troppo chiederlo all’orgogliosissimo Mou.

Che il gioco dell’Inter non convinca – nonostante Milito, Eto’o e compagni – lo ha dimostrato lo stesso allenatore cambiando Muntari con Balotelli dopo nemmeno mezzora di partita. Infiacchito dal Ramadan, secondo l’allenatore? Mah, a occhio anche lo scorso anno Muntari faceva avanti e indietro con la panchina, quindi… Lo abbiamo già detto tutti: quest’anno l’Inter deve trovare un gioco molto più corale e rinunciare allo schema unico della palla a Ibrahimovic. Anche l’attesa spasmodica del trequartista sembra più che altro un alibi, Stankovic non sarà perfetto ma non si può pretendere di avere il massimo in ogni ruolo: sono tanti i club che giocano (o vogliono giocare) col 4-3-1-2, dove l’1 in questo caso sarebbe Stankovic ma nessuno vieta agli allenatori di cambiare modulo. Anzi sembra quasi che sia diventato una schiavitù, che non si possa fare altro. Mourinho fino ad ora ha giocato molto fuori campo, divertendosi con le sue provocazioni, il fatto che si faccia incartare da Ventura riprone vecchi interrogativi: è davvero il numero 1 su piazza? Anche lo scorso anno l’Inter pareggiò alla prima giornata e nella sostanza cambierà forse pochissimo, alla lunga l’Inter sempre lì in alto resterà. Questo è il momento dove le provinciali o le piccole possono fare il colpo: se ne è accorta la stessa Inter a Pechino dove si è fatta soffiare il primo trofeo della stagione dalla Lazio. Lo ha detto pure Mourinho: il Milan nel derby parte favorito.

OAS_RICH(‘Middle’);

***

Forse al Milan dovremo chiedere scusa, ma è presto anche per questo. A Siena si è vista una buona squadra che si dà parecchio da fare per cercare di fare a meno di Ancelotti, Maldini e Kakà i tre big che hanno lasciato orfani i rossoneri. Berlusconi vorrebbe Ronaldinho in mezzo all’area, Leonardo invece lo fa giocare trequartista con Borriello e Pato davanti. Ronaldinho ha fornito gli assist e Pato ha messo dentro. Lo scorso anno in alcune partite Pato è stato devastante, alcuni lo consideravano in fase di regresso, ma da un ragazzo appena ventenne non si può aspettare una concentrazione e un’applicazione massima. La notizia più bella in ogni caso sembra il recupero di Nesta, che farebbe comodo anche in chiave nazionale (pur essendosi ufficialmente ritirato…). Domande: Ronaldinho reggerà? E Leonardo reggerà la pressione?

***

Anche la Juve non è perfetta e tutto sommato più di un gol non si è visto. Però l’operazione Diego sembra funzionare anche se senza il solito Iaquinta la squadra di Ferrara non sarebbe andata lontana. Il brasiliano rappresenta la Juve che va oltre Del Piero, di cui ancora non può fare sentimentalmente a meno, ma è chiaro che Diego è chiamato a fare il leader dell’attacco. In tutti questi anni Del Piero ha sempre risalito la corrente combattendo coraggiosamente contro il proprio accantonamento: l’impressione è che quest’anno sarà ancora un po’ più difficile. In ogni caso o l’uno o l’altro.

***

La Roma ha ricominciato dove aveva finito lo scorso anno. Continua a prendere gol in maniera impressionante. L’inserimento di Burdisso non è stato fallimentare però davanti ai numeri (61 gol alla fine della stagione scorsa, i 3 gol di Kosice e i 3 dal Genoa…) bisogona arrendersi. Totti non basta più e Spalletti da un anno ormai si rigira tra le mani una buona formazione – per dirla alla Mourinho – senza capire perché non riesce a tirarne fuori molto di più. Non ha giocato male la Roma, e un Burdisso buttato dentro all’ultimo momento è persino andato bene, ma il risultato pesa comunque. C’è un problema di rinforzi ma il Genoa ha nomi complessivamente meno quotati e non solo tiene benissimo testa alla Roma ma in larghi spazi della partita fa gioco, tiene banco e sorpassa pure. Ed è un Genoa stravolto rispetto allo scorso anno: Juric, Zapater, Papastathopulos e Biava sono nomi che a Roma accoglierebbero col naso storto, eppure Gasperini ne ha fatto un mix indubbiamente efficace e divertente. Domanda: chi è più bravo tra Gasperini e Spalletti?

***

Per ora Donadoni ha fermato i bollori di De Laurentis. Al presidente del Napoli non basterà il bel gioco, le occasioni mancate e perfino un gol buono di Hamsik annullato dall’arbitro: vorrà vedere subito i risultati. E così nello scontro col rivale Zenga – quello che vuole portare lo scudetto a Palermo – il povero Napoli, che ha fatto la partita, rimedia 0 punti, e i rosanero 3. Anche perché l’arbitro al Palermo (il rigore poi segnato da Miccoli) dà tutto quello che deve dare mentre al Napoli no. In ogni caso il Napoli di Donadoni è atteso al varco: i milioni del presidente devono cominciare a far fruttare gli interessi.

***

La coppia Cassano-Pazzini continua a bussare alle porte della nazionale. Nella Sampdoria ci mettono spesso la faccia e i gol. In nazionale non si vedono (solo Pazzini fa parte del giro). La Lazio di Ballardini continua a impressionare per l’alto rendimento e la costanza. Zarate è ancora tra i migliori in campo, Rocchi quello che fa il colpo. Lotito, col suo metodo tutto personale di guidare un club di calcio, parte benissimo, proprio come lo scorso anno. Bilancio in attivo e metodi decisamente non convenzionali: è in corsa per l’Oscar del più furbo.