Immigrazione
 ROMA – Giorgio Napolitano ha attaccato questa mattina “il diffondersi di una retorica pubblica che non esita – anche in Italia – ad incorporare accenti di intolleranza o xenofobia”. Parlando all’assemblea annuale delle Fondazioni europee, il capo dello Stato ha aggiunto: “Questo – ha aggiunto Napolitano –
è tanto più importante nei nostri paesi dove le differenze in termini di origini etniche, religiose e culturali sono aumentate. Qui il rischio che queste differenze si traducano in un fattore di esclusione è sempre presente ed è aggravato dal diffondersi di una retorica pubblica che non esita, anche in Italia, ad incorporare accenti di intolleranza o xenofobia”.

Il Capo dello Stato ha sottolineato il dovere di innescare un “nuovo ciclo di sviluppo che non intacchi i livelli di equità e di coesione sociale raggiunti, ma anzi li migliori significativamente. Le nostre società devono dimostrare che questo è un obbiettivo raggiungibile. E’ un sentiero stretto e impervio, ma è l’unico che l’Europa può ragionevolmente percorrere”. Alle risorse dello Stato, ha detto, devono sommarsi altre risorse, di privati, e il ruolo delle Fondazioni è importante.

“Se si vuole far fronte alle sfide che provengono dalla povertà vecchia e nuova, e dalle disuguaglianze inaccettabili fra e all’interno delle nazioni – è l’avvertimento di Napolitano – non possiamo certo rispondere con la mera conservazione e la difesa degli interessi nazionali”. “Negli ultimi decenni la povertà e l’impoverimento non sono stati collocati in cima all’agenda politica, ma oggi li troviamo nuovamente al centro del dibattito pubblico. Infatti, nell’attuale congiuntura, non solo potremmo non riuscire a recuperare coloro che si trovano ancora al di sotto della soglia di povertà, ma rischiamo di vedere tanti altri cadere oltre la soglia”, afferma il capo dello Stato.

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La riflessione di Napolitano va oltre: “Dobbiamo, inoltre, chiederci se le politiche pubbliche non abbiano concorso anch’esse a determinare questo processo, sia per le loro manchevolezze tecniche, sia perché la tensione verso l’eguaglianza e la solidarietà, che a lungo è stata una forza trainante in gran parte delle culture politiche europee, abbia finito per affievolirsi”. fonte repubblica.it