Dante’s Inferno, prodotto da un colosso del calibro della Electronic Arts, è infatti un videogame. Un videogame ambizioso, per non dire azzardato, che vedrà la luce fra un anno. Perché quella fra giochi elettronici e letteratura è una frequentazione sporadica ma di lunga data, basti pensare a Alice ispirato all’opera di Lewis Carroll, eppure raramente si era arrivati a scomodare una figura del calibro di Dante. “Volevo fare qualcosa di molto cupo, qualcosa sull’oltretomba”, spiega con candore Jonathan Knight, a capo del progetto. “E non c’è nulla che abbia forgiato così profondamente il nostro immaginario sull’aldilà. E poi il modo di raccontare di Dante è vivido e dettagliato. Attenendosi alle sue descrizioni si ottiene un inferno perfetto. Anzi, l’inferno per eccellenza”. Peccato che il poeta fiorentino e il suo compagno di viaggio Virgilio non facciano altro che parlare e parlare, racconta Knight.
E si sa, i videogame che abbiano giocato con successo sul terreno della parola sono davvero pochi. Ecco perché, presi per buoni gli scenari e la discesa attraverso i nove gironi, il team della Electronic Arts ha deciso di prendersi qualche licenza. Elena di Troia, Cleopatra, papi, politici e demoni ci sono tutti o quasi. Così come il profilo inconfondibile di Dante. Il resto però è molto diverso. C’è un ruolo maggiore di Lucifero e il fatto che il nostro alter ego si fa largo a suon di fendenti assolvendo o punendo le anime dannate e affrontando demoni di stazza varia. Compreso un Caronte trasfigurato in una sorta di vascello vivente da Wayne Barlowe, illustratore noto a Hollywood che ha disegnato le creature di film come Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban e dei due Hellboy.