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ROMA – Il curvone “Valfiorita”, il rettilineo “Tre Fontane”, il destra-sinistra del “Colosseo Quadrato”, la curva ad angolo dell’Industria. Signore e signori eccolo qua, il Gran Premio della Capitale. Dai sogni antichi di Enzo Ferrari alla realtà d’asfalto e cemento, il passo è lungo, lunghissimo, 35 anni almeno. E rischia di realizzarsi adesso, grazie a un pugno di sponsor (top secret i nomi, anche se pare che dietro ci siano le munifiche casse di Philip Morris e General Motors) che si dicono disposti a mettere insieme 140 milioni di euro per un’impresa che in tutto potrebbe portarne a Roma – intesa come l’insieme di organizzatori, amministrazione e cittadini – circa 400.

L’ok di Bernie Ecclestone, anche se solo sulla parola, c’è già stato (“l’idea mi piacerebbe molto”, ha dichiarato), quello, entusiasta, dell’amministrazione anche. E così dopo tante chiacchiere – la notizia era stata anticipata una settimana fa dal Corriere dello Sport e aveva causato la reazione indignata di leghisti e conservatori vari: “A Roma al massimo potete correre sulle bighe la Formula Uno è a Monza” – dopo tante chiacchiere dunque, ieri c’è stato il primo passo ufficiale: Hermann Tilke, l’architetto di fiducia di Ecclestone, l’uomo che ha firmato molti dei nuovi circuiti della F1 (Bahrein, Sepang, Shangai, Singapore, tra gli altri) è sbarcato a Roma e scortato dai due grandi registi dell’operazione (Maurizio Flammini e Dario Calzavara) ha fatto il giro dei luoghi candidati ad ospitare il futuro Gp di Roma, scattando foto, sorridendo abbondantemente, e sparando qua e là qualche significativo, “very good, sir”.

Archiviata immediatamente l’ambizione di correre nelle zone archeologiche, Colosseo, Terme di Caracalla e Circo Massimo non sono nemmeno stati presi in considerazione, la zona prescelta alla fine è stato il quartiere Europa, meglio noto come l’Eur. Progettato in per l’esposizione universale del 1942 e poi costruito e completato nel 1954, l’Eur sembra perfetto per ospitare una corsa di Formula Uno. Con la sua pianta geometrica, le sue strade larghissime e gli edifici razionalisti, appare la sintesi perfetta tra futurismo e automobilismo.

Il tempio della marinettiana “bellezza della velocità” sorgerà dunque nella zona che interseca viale Cristoforo Colombo all’altezza di via delle Tre Fontane. Almeno così è parso di capire dalle domande e dagli sguardi del signor Tilke. Al quale sono state proposte tre varianti del percorso tutte all’Eur. Una che vede il coinvolgimento della zona sud, quella che porta verso il litorale di Ostia; una che avendo il Palazzo dei Congressi alle spalle gira a Nord, verso il salone delle Fontane di Piazza Ciro il Grande; ed un’altra che invece ruoterebbe dietro allo stesso Palacongressi verso la zona ora occupata dal Luna Park.

Alla fine Tilke, particolarmente colpito in generale dalla larghezza delle strade, sembrava propendere per l’opzione Tre Fontane. Velocità di percorrenza delle curve, spazi di fuga e di frenata, accelerazioni. Questioni tecniche di primaria importanza per la Formula Uno che – al netto delle inevitabili verifiche e modifiche tecniche dei prossimi mesi – appaiono soddisfate da questo tracciato. “Di certo sarà un percorso medio veloce – dice Maurizio Flammini – che prevederà almeno due punti di sorpasso per ogni giro”.

I tempi di questa idea, sono quelli già esposti e sottoscritti da tutti coloro che vi stanno lavorando: entro due mesi consegnare al sindaco di Roma lo studio di fattibilità, entro la fine di quest’anno arrivare a proporre la candidatura ufficiale di Roma.