Dopo giorni di discussione, nei quali non sono mancate azioni clamorose, il Pd prova a replicare alle polemiche sulla questione morale. “E’ evidente – si legge in una nota diffusa nel primo pomeriggio dal portavoce del partito Andrea Orlando – che la destra agita la questione morale per nascondere la propria incapacità di affrontare la drammatica crisi che sta di fronte al paese. Il Pd – c’è scritto ancora – è nato per rinnovare la politica e per questo affronteremo senza esitazione le situazioni difficili e le eventuali illegalità che dovessero emergere nei territori”. La nota continua poi affermando che “non abbiamo mai nascosto la testa sotto la sabbia, a differenza della destra che ha portato in Parlamento condannati e inquisiti e che oggi finge di dimenticare la mole di vicende giudiziarie che hanno colpito propri esponenti locali e nazionali. Se la destra facesse pulizia in casa propria – conclude il comunicato – gran parte del problema morale di questo paese sarebbe risolto”. La nota del Pd arriva poco dopo che Rosa Russo Iervolino e Leonardo Dominici hanno respinto le accuse di essere il motore della spinosa questione, durante il programma di Lucia Annunziata In mezz’ora.
Iervolino: io estranea ad ogni inchiesta giudiziaria – Certo che c’è una questione morale all’interno del Pd. Ma no ad una “tangentopoli rossa” che “provoca in me un sorriso amaro”. Rosa Russo Iervolino, sindaco di Napoli, ammette che “esiste un problema severità morale, lo dimostrano le stesse origini del Pd, Mattarella – ha spiegato Iervolino – ha redatto un codice deontologico, peccato che non sia stato applicato. Io chiedo che sia applicato a tutti i livelli, centrali e periferici”. Dopo giorni di discussione culminati nella giornata di ieri con la protesta clamorosa di Domenici e le accuse di Berlusconi, Iervolino prova dunque a sgombrare il campo dalla confusione e sottolinea come né lei né i memebri della sua giunta attualmente in carica siano stati colpiti dalla beneché minima indagine giudiziaria. La questione morale, sottolinea il sindaco partenopeo, “è un modo di essere della politica, mi ricordo quando dalla grande Dc, che aveva dentro un bel po’ di inquisiti, siamo passati al piccolissimo partito popolare: la forza del Ppi è stata essere estremamente severa sulla questione morale. Veltroni ha fatto bene a volere un codice deontologico per il Pd, peccato che lo abbiamo perso per strada”.
Domenici: vorrei che il Pd diventasse un partito vero – E a dire la sua su quale sia la strada che il Pd deve percorrere è anche Leonardo Domenici – anch’egli ospite dell’Annunziata -, dopo la clamorosa protesta di sabato davanti alla sede de La Repubblica e L’Espresso. “Vorrei che il Pd diventasse un partito vero. Un partito vero vuol dire strutturato, solido, radicato sul territorio e capace di rappresentare tutte le sue parti senza essere solo una somma di correnti”. Poi prova a spiegare il gesto di protesta di ieri, a suo dire frainteso da molti, non ultimo da Berlusconi. “Non è stato un gesto contro il Pd, non capisco come lo si possa pensare. Evidentemente per affermare la correttezza della propria azione è necessario comportarsi così, oggi. E questo non è un bene”, dice Domenici. E se già un altro sindaco diessino, Sergio Chiamparino, ha oggi esortato il suo partito ad aprirsi alla questione morale, il presidente del Consiglio sabato aveva detto senza mezzi termini che all’interno del Pd “la questione morale c’è, eccome”, tirandosi dietro, tra gli altri, le critiche furibonde di Fioroni per il quale “Berlusconi è il bue che dice cornuto all’asino” e oggi di Pierferdinando Casini, che accusa il premier di vedere solo i problemi degli altri.