A volte come Caparezza nel video ” Goodbye Malinconia ” immagino di lasciare questo nostro triste e distrutto Stivale, per emigrare in altri lidi , magari addormentato anch’ io sul camion guidato dal grande Tony Hadley poi la domenica partecipando alle gare podistiche scopro piccole realtà fatte di volontariato, abnegazione e tanti sacrifici e ollora torna anche a me la voglia di lottare in questo strano paese.
Immaginate un piccolo paesino collinare , situato all’ estremo nord della Abruzzo, a ridosso della valle del Tronto, con le sue fattorie disseminate tra i cromatici vigneti autunnali ed i campi arati di fresco. Immaginate lo stupore dei suoi 2.000 abitanti che per una domenica si ritrovano invasi da oltre 5.000 podisti ed accompagnatori provenienti da tutta Italia e non solo. Sembra un sogno, invece è quanto da alcune stagioni a questa parte succede a Controguerra ad ogni autunno, nel periodo dell’ ” Estate di San Martino , del vino e dell’ olio nuovi, tesori preziosi di questa terra. Tantissime presenze , per il più grande raduno podistico abruzzese, la ” Corsa di San Martino ” ormai una delle prove su strada più prestigiose del centro-sud d’Italia. Immagina puoi ! Recita un famoso spot pubblicitario. Ma si può anche immaginare che la gestione della manifestazione non è semplice, sia sul percorso che forzatamente fatica a contenere così tanta gente , sia nella divisione fra le varie prove, ma lamentarsi sarebbe sbagliato perché quella di Controguerra è una festa dl podismo, con tutte e sue sfaccettature , che relega l’ agonismo in secondo piano. Immagina anche quelli come me, i tapascioni, a cui piace godersela. Arrivare qui di buon mattino, parcheggiare in un angolo nascosto ed infilarsi tra quella confusione ordinata del piccolo borgo nel suo giorno di festa tra gruppi in divisa sociale, bancarelle di prodotti tipici e stand pubblicitari. Salutare gli amici ed i rivali di sempre, ritirare il pettorale con impazienza in un rituale tra il liturgico e lo scaramantico, effettuare le operazioni di riscaldamento con continui zig zag a destra e sinistra per evitare gli altri come fosse una gara di slalom speciale. Eppoi lo start, e via giù in discesa trascinato da un’ incredibile fiume di atleti fino ad immergersi in un’ affascinante e bucolico paesaggio autunnale con sullo sfondo il Massiccio del Gran Sasso a far da cartolina. Non importa se poi non si rientra a premi e si deve far la fila ai ristori, al ritiro del pacco gara ed al pasta party perché da qui si torna a casa rinfrancati, felici, con la sensazione di essere stato a casa di amici cari per il pranzo della domenica. Immagina infine dove voglia arrivare Controguerra ? Vuol essere la Monteforte D’ Alpone del sud ? Qui un tempo si era nel Regno delle Due Sicilie e nella vicina fortezza di Civitella un manipolo di romantici, irriducibili nostalgici fedeli a Franceschino II le buscò dai piemontesi dopo un’ eroica ed improbabile resistenza all’ assedio. La storia poi la scrissero i vincitori e come sempre la scrissero a modo loro nei libri di storia. Io immagino che Alberto, Mauro, Raffaele e tutti gli altri si fermino qui e che Controguerra rimanga stabile sulla sua collina con le sue tradizioni, le sue certezze e le sue radici contadine ben piantate per terra. Che non precipiti nella sottostante valle del Tronto trascinata da una frana mediatica che la trasporti verso sogni ed ambizioni impossibili. I sogni non si misurano per la loro grandezza , ma per la loro essenza !
Vittorio Camacci