Il paniere Istat, lista dei prodotti che più di tutti dovrebbero permettere di calcolare l’inflazione nel nostro Paese, si rinnova. Per l’anno 2009, stando a quanto annunciato dallo stesso ente di statistica, non si registrano uscite di posizioni già esistenti ma entrano quattro nuove voci: la pasta base per pizze, rustici e dolci, il mais in confezione, la chiave Usb e i film in Dvd. All’interno di posizioni già esistenti vengono poi inseriti nuovi prodotti come le tariffe dsl e il netbook. I prodotti, i beni e servizi inclusi nel nuovo paniere salgono così a quota 1.143, contro i 1.099 del 2008.
Perde importanza la voce relativa ai trasporti – Si registra, infine, un incremento del peso di cinque capitoli, abbigliamento e calzature, abitazione, acqua, elettricità e combustibili, mobili, articoli e servizi per la casa, comunicazioni e servizi ricettivi e di ristorazione; diminuisce, invece, il capitolo trasporti. I Comuni capoluogo di provincia che concorrono al calcolo dell’indice nazionale restano 84, ma la copertura in termini di popolazione scende leggermente e passa all’86,6% a causa dell’uscita di Salerno e dell’ingresso di Teramo.
Il paniere non è stato stravolto – “Quest’anno – spiegano i ricercatori dell’Istat – non ci sono stati stravolgimenti del paniere, come negli anni scorsi. Si è trattato piuttosto di un affinamento”. Le variazioni sono state apportate “dopo un’analisi attenta del mercato e dell’evoluzione dei comportamenti di consumo”. A questo si deve, per esempio, l’ingresso della chiave Usb, un prodotto da anni sul mercato, ma che solo da poco può essere considerato di largo consumo. Tra gli altri prodotti di carattere tecnologico inseriti nella rilevazione figurano anche, nella telefonia mobile, il traffico dati via Internet e, nelle tariffe ferroviarie, la vendita di biglietti online. Anche quest’anno, poi, è stata modificata la struttura della ponderazione (vale a dire i pesi dei vari capitoli) perché i consumi si modificano.
Le voci prese in esame dall’Istat – L’Istat sottolinea in particolare la flessione del peso dei trasporti, capitolo che l’anno scorso aveva avuto un peso enorme a causa delle forti oscillazioni del prezzo della benzina: il peso del capitolo quest’anno passa infatti dal 7,8% al 7,4%. In generale, prosegue comunque la tendenza al calo del peso dei beni e all’aumento di quello dei servizi. Quanto, infine, alla rilevazione dei dati, l’Istat segnala che nonostante il lieve calo della copertura territoriale l’indagine effettuata in Italia “resta molto superiore a quella di altri paesi europei con 41 mila punti vendita coinvolti, circa 8 mila 300 abitazioni per la parte che riguarda gli affitti e un totale di 413 mila quotazioni di prezzo raccolte ogni mese”.
Pochi i dati provenienti da Sardegna e Puglia – Esistono, tuttavia, delle criticità nella raccolta dei dati in particolare al sud: in Sardegna, per esempio, la copertura è pari al 53,6% e in Puglia si ferma al 49,1%. Il più delle volte, secondo l’Istat le motivazioni vanno ricercate nella scarsa sensibilità e attenzione da parte dei comuni, che non attivano le indagini: ma il problema assicura l’Istituto di statistica, “rimane a livello regionale” e non si riflette in alcun modo sul dato nazionale.