Con oltre un miliardo di persone che si collegano regolarmente a internet, chi può davvero definirsi una celebrità della rete? A cercare di dare una risposta ci pensa Forbes, la rivista statunitense di finanza ed economia, famosa per le classifiche stilate regolarmente. Nella terza edizione della “top 25 web celeb” ci sono imprenditori del web, blogger, esperti di gossip, studiosi dei media e comici, come Beppe Grillo, primo e unico italiano a comparire nella graduatoria.
Il podio. A vincere per il secondo anno consecutivo è Perez Hilton, al secolo Mario Lavandeira, spietato esperto di gossip e curatore dell’omonimo sito perezhilton.com, dalle cui colonne non manca di commentare con cinismo e sarcasmo tutte le vicissitudini dei divi di Hollywood, divertendosi a “correggerne” le foto con commenti al vetriolo o dettagli artigianali. Lo stesso nome d’arte di Lavandeira deriva da una delle sue vittime preferite, l’ereditiera Paris Hilton, protagonista di centinaia di post nel suo blog.
La medaglia d’argento spetta invece a Michael Arrington, editore e fondatore del blog TechCrunch.com, specializzato nella recensione e analisi dei servizi delle rete, con una particolare attenzione alle start up della Silicon Valley. Techcrunch è oggi uno dei punti di riferimento del panorama informativo sul cosiddetto web 2.0, lettura immancabile per appassionati del settore, investitori e venture capitalist a caccia della prossima “big thing”, cioè società che come Google o Facebook partano dal basso per poi diventare uno dei giganti della rete. Il successo di Arrington, dal cui giudizio dipendono in parte le sorti di tante nuove realtà del web, lo ha reso uno dei soggetti più odiati dell’intera blogosfera, tanto che dopo numerose minacce di morte ed episodi sgradevoli, ha deciso di prendersi un mese di vacanza dal sempre più litigioso ambiente delle start up.
Sul gradino più basso del podio si trova Kevin Rose, il 31enne fondatore nel 2004 dell’aggregatore digg.com, che permette agli utenti di segnalare notizie, commentarle e votarle. Il sito, uno dei 100 più visti negli Stati Uniti ma meno conosciuto in Italia, è stato spesso al centro di voci sul possibile acquisto da parte di Microsoft e Google (si parlò di 100 milioni dal motore di ricerca), ma fino ad oggi è rimasto indipendente.
Gli altri. Tra gli altri nomi presenti nella graduatoria, la maggior parte sono “addetti ai lavori” americani: Om Malik (16°), Robert Scoble (11°), Pete Cashmore (5°), Cory Doctorow (5°) e Briam Lim (21°) sono tutti blogger di siti che si occupano di web 2.0 o gadget. Una delle poche eccezioni della classifica è Beppe Grillo, definito dalla rivista “una vera celebrità del web a livello mondiale”, il cui blog è disponibile anche in inglese e giapponese.
La rilevazione. Per stabilire in modo il più possibile oggettivo chi si potesse definire una web celebrity, i redattori di Forbes hanno prima creato una lista di 250 persone famose grazie alla Rete, premurandosi di escludere quelli la cui celebrità è precedente all’approdo su internet (come Arianna Huffington dell’Huffington Post) e in seguito hanno valutato cinque fattori. Sono stati presi in considerazione: i risultati di Google, la graduatoria del sito sul sistema di rilevazione Alexa.com, il rank del blog sull’aggregatore Technorati, le citazioni di stampa e tv tratte da Factiva.com e infine il numero di “followers” su Twitter.
Gli esclusi. Come ogni classifica che si rispetti, non poteva mancare la parallela lista degli esclusi. Oltre a numerosi nomi poco noti ai non americani, una pesante assenza è quella di Mark Zuckenberg, il fondatore di Facebook classificatosi ottavo lo scorso anno. Forbes si giustifica affermando che Zuckenberg è stato escluso dai candidati perché ormai la sua fama travalica la Rete. Per quest’anno si dovrà accontentare del 785esimo posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo.