Come ogni anno il nostro Petò analizza le serate di Sanremo con il suo “giudizio immediato”, ma noi lo prendiamo come definitivo!

A te la parola Petò!

Anche stavolta mi prendo tutti i rischi con il giudizio immediato, come tutti gli anni.

  • Clara: non ho veramente nulla da dire.
  • Sangiovanni: parafrasando l’amico Riccardo, s’è misse lu vestite de prima de la dieta.
  • Fiorella Mannoia: artista vera. Pezzo musicalmente non memorabile ma di gran classe.
  • La Sad: boh. Pittoreschi.
  • Irama: irameggia come ha fatto per conquistare i 47 dischi di platino (che Battisti s’areggira nel loculo).
  • Ghali: bella produzione musicale. Dopo è Ghali, niente di che.
  • Negramaro: negramarissimi, canzone molto gradevole.
  • Annalisa: cassa in 4 e testo iconico. Lo sentiremo su tutte le radio a palla.
  • Mamhood: geniale come al solito, vestito co’ na busta de monnezza.
  • Diodato: una canzone vera, fatta con gli strumenti e l’orchestra. Un altro capolavoro dei suoi.
  • Berté: qualche stonaturella di troppo, veleggia alla sua maniera con classe e strafottenza.
  • Geolier: non il mio genere, ma talentuoso e interessante.
  • Amoroso: canzone confezionata a tavolino. Per quanto mi riguarda emozione zero.
  • The Kolors: pezzo che farà successo, ma finto bello (come dirlo diversamente).
  • Angelina Mango: cazzo che talento. E che canzone.
  • Il Volo: niente, me so’addormite prima che cominciasse. Non posso dire nulla, zompato a pié pari.
  • Big Mama: lei è forte ma la canzone non mi sembra niente di che.
  • Ricchi e Poveri: se il pezzo fosse stato di Dargen D’Amico non se ne sarebbe accorto nessuno. Canzonetta con stile.
  • Emma: bella tanto (lei). La canzone un po’ da Emma, un mezzo giro di do.
  • Renga/Nek: canzone vecchia maniera, bella. Loro due fuoriclasse.
  • Mr Rain: bel pezzo. Voglia di riascoltarlo.
  • Bunker 44: non sanno cantare. Ma il ritornello è accattivante.
  • Gazzelle: la sua fama è meritata, ha fatto una canzone in grazia di Dio. Ma cià la faccia da frate.
  • Dargen D’Amico: inanella un altro tormentone. Questo ragazzo ha stoffa.
  • Rose Villain: boh, niente di memorabile. Bella tanto pure essa, eh.
  • Santi francesi: ammazza che bravi. Canzone che ne contiene almeno tre diverse.
  • Fred De Palma: sarà probabilmente un altro platino. Senza il mio gradimento, ma a isse che ghiene freca.
  • Maninni: bella canzone vecchio stampo per un giovane spigliato cantautore old style.
  • Alfa: canzone sorprendente. Parte con una sorta di Wonderwall a 180 BPM poi si snoda convincente.
  • Il Tre: canzone sentita e risentita, niente di nuovo. Che da un giovane…
  • I miei preferiti: Diodato, Angelina Mango, Mamhood, Alfa (in quest’ordine).
  • GLI OSPITI.
  • Ibra: sottoutilizzato. Non si mette Zlatan in un angolo.
  • Mengoni: quando non canta si rende ridicolo, contento lui. Al preserbacino ho staccato il cervello.
  • Lazza: s’è scritto pure su le recchie. Un letterato.
  • Cutugno: suggestiva l’operazione di rebbevirlo per farlo suonare con l’orchestra in diretta.
  • Federica Brignone: meglio fra i paletti che sul palco.
  • Tedua: è diventato un martirio questo tipo di hip hop leccatino, davvero.

Ed ora lui, l’immarcescibile AMADEUS: a tratti non si sopporta la sua voce inutilmente stentorea, davvero stasera in un paio di casi era da stènnegghie ‘nu leccabrode.

Detto questo, il vincitore di Sanremo 2024 è senza ombra di dubbio DAVIDE PETRELLA, il nuovo Re Mida della musica italiana.

P.S.: un ultimo dubbio: ma chi lu vede l’Aristonello? Secondo me manche la mogghie de Fiorello. Forse cacche guardia notturna 🙄