Apr
2009
Cocaina, turisti, film e comfort
Strano davvero il carcere di San Pedro. I circa 1500 prigionieri (ci passò anche il criminale nazista Klaus Barbie) possono contare su un regime insolito. Anzitutto vivono con moglie e figli. Circa duecento tra donne e bambini che hanno libero accesso al carcere. E questa è solo la prima delle peculiarità della prigione. I detenuti, che altrove lavorano piu che altro per ammazzare il tempo, da queste parti sono ben remunerati. Non a caso la prigione si divide in otto sezioni. Basate sul censo. I detenuti più ricchi possono contare su cucina privata, bagno, e televisione via cavo. I più poveri si devono accontentare di dividere la cella con altri altrettanti indigenti. Una vera selezione economica e sociale dietro le sbarre.
La fama del carcere si deve a Thomas McFadden, un inglese nato in Tanzania. Incarcerato per traffico di droga, passò tre anni a San Pedro. Folgorato dall’esperienza, decise di trasformare quella pagina nera della sua vita in un mezzo per fare soldi, creando un’agenzia per fornire “viaggi dietro le sbarre”. Un’intuizione che gli ha permesso di diventare proprietario di un caffè e di un piccolo supermercato all’interno della struttura. Come se non bastasse nel 2002, insieme all’australiano Rusty Young, ha pubblicato un libro di memorie. Una storia che Hollywood non si è lasciata scappare, comprandone i diritti e mettendo in cantiere un film che uscirà il prossimo anno. Il produttore è un nome illustre: Brad Pitt. Alla regia il brasiliano Josè Padilla e Don Cheadel nei panni dello stesso McFadden.
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