Pelè e la mail di Obama ''Diventerà famoso

ROMA – Tremila reais al mese, ovvero 995 euro al cambio ufficiale di oggi. E’ l’ammontare della pensione da ex calciatore, pagatagli dall’Inss (in pratica l’Inps brasiliano) che Pelè ha rivelato di percepire già da qualche mese. Lo ha fatto nel corso di una lunga intervista pubblicata dal settimanale brasiliano ‘Vejà’ in cui il 68enne ‘O Rei’ ha precisato di essere un pensionato “dall’ottobre dell’anno scorso”. “E non è tutto – ha aggiunto – perché, come pensionato, al cinema pago metà del prezzo del biglietto e ho diritto a non pagare sui mezzi pubblici”.

Pelè ha poi spiegato che in realtà vive molto bene, “al punto che se sapranno amministrare il patrimonio neppure i miei nipoti avranno bisogno di lavorare”. Ma non tanto grazie ai guadagni ottenuti da calciatore, ma per quanto ha fatto, come ‘conferenziere’ e grazie agli sponsor, al di fuori del campo. “Non sono diventato ricco grazie al pallone – ha rivelato Pelè – perché ai miei tempi non si guadagnava come oggi. La maggior parte dei soldi li ho fatti dopo che ho smesso di giocare”.

Ma ha saputo anche dire di no. “Ai tempi di Usa ’94 – ha spiegato – un’impresa che produce whisky sarebbe stata disposta a darmi qualsiasi cifra pur di poter riprodurre il mio viso sulla loro etichetta. Ma io ho rifiutato, perché non ho mai fatto pubblicità a bevande alcoliche, anche se non posso dire che non mi sono mai divertito grazie a certi drink”.

Dopo aver ribadito di considerarsi più bravo di Maradona, concetto espresso più volte anche in passato, (“tutti lo sanno: lui aveva solo il piede sinistro, io anche il destro e segnavo tanti gol anche di testa”), ‘O Rei’ ha rivelato di sentirsi ancora molto amato negli Stati Uniti (dove ha giocato nei New York Cosmos della defunta Nasl) e di essere stato invitato alla cerimonia d’insediamento del Presidente Barack Obama. “Non mi è stato possibile andare – ha detto Pelè – perché in quei giorni avevo degli impegni pubblicitari. Però gli ho mandato un messaggio di auguri, e Obama mi ha risposto con una e-mail in cui mi dice che ha bisogno del Brasile, e che il suo ed il mio paese devono lavorare assieme. Quando Barack avrà un momento di calma, lo andrò a trovare per prendere un caffè insieme, come ho già fatto con Kennedy, Nixon e Clinton. Scherzando, ho detto a Obama che in questi quattro anni può diventare più famoso di me, però il Re rimango sempre io”.