Feb
2009
Eva Mendes e la tv da buttare
ROMA – “Trovo disgustosi i programmi televisivi che fingono di prendersi cura dei partecipanti per manipolare le loro vite e assicurarsi il successo”. Eva Mendes, 34 anni, di Miami, genitori cubani, alle forme esplosive da bellezza latina unisce un’intelligenza svelta e vivace. Dopo molti film da attrice, debutta come produttrice (ma ne è anche protagonista) con Live! Ascolti record al primo colpo, presentato questa mattina a Roma e in uscita nelle sale il prossimo 6 marzo, in circa 140 copie, distribuito da Moviemax. Nel film la Mendes interpreta un’ambiziosa produttrice tv che nella corsa al successo finisce per concepire il più estremo dei format: una roulette russa, stile Il cacciatore, servita in prima serata. In palio, tra vita e morte, una fortuna da 5 milioni di dollari.
“Ho avuto la fortuna di interpretare questo ruolo e anche di produrre questo film, che apre a diverse interpretazioni, fonte di riflessione, ad esempio sull’ambiguità morale dei personaggi che partecipano ai reality” dice la Mendes durante l’incontro con la stampa, all’Hotel Flora di via Veneto. Sedato anche un principio di polemica che poteva riguardare la tv italiana. In una delle battute del film si dice che negli Usa non si possono far vedere sempre seni e sederi “come accade in Italia”. Ma la distribuzione ha spiegato che, nelle diverse traduzioni, cambia la “nazionalità”: nella versione americana, ad esempio, la battuta recita “non siamo mica a Parigi”. In questo contesto si muove il suo personaggio, Katy Courbet, donna arrivista e senza scrupoli, in un film che ironizza sul trash della tv Usa ma vuole soprattutto offrire un’occasione di riflessione sui confini morali di certa televisione.
“Penso che stia andando verso un futuro inaccettabile – dice ancora la Mendes – vedi quel che sta accadendo in questi giorni al Grande Fratello inglese, dove una donna in fin di vita ha venduto a un’emittente l’esclusiva delle immagini del suo matrimonio. Forse in questo momento qualcuno sta davvero progettando uno show che faccia grandi ascolti giocando con la vita della gente”.
Lei ha detto che non sopporta i reality che fingono di prendersi cura delle persone mentre ne manipolano le vite in modo strumentale.
“E’ proprio così, non sopporto vedere le persone perdere il rispetto di se stesse o la propria dignità. Io capisco cosa significa avere le telecamere intorno che manipolano la tua vita, ma le gestisco perché sono una professionista. Ma quando si tratta di persone della strada ed entrano a far parte dello show si ritrovano sfruttati, messi in piazza. A me è su successo in passato, è una sensazione terribile. Quando vedo questo tipo di situazioni non riesco a sostenerle e cambio immediatamente canale. Prendiamo un film come Borat, che tutti hanno amato. A parte qualche momento divertente, mi di è capitato di non essere in grado di vedere alcune scene. Come quella in cui Borat entra in un negozio di un povero commerciante che non sa di essere in un film…. Ho detto ‘mio Dio, ma io non voglio vedere questo'”.
Di lei il regista James Gray che l’ha voluta in I padroni della notte ha detto: “L’ho notata in una intervista tv in cui era talmente più intelligente del suo intervistatore che doveva fingere di essere stupida per non metterlo in imbarazzo”. E’ comodo o no essere intelligenti a Hollywood?
“Penso che aiuti comunque essere intelligenti, fuori o dentro Hollywood. Altrimenti non so come si possa sopravvivere. Devi continuamente chiederti chi è coinvolto nelle cose che fai, che tipo di prodotto stai vendendo, cosa c’è dietro all’immagine cui associ il tuo nome. E’ una grande responsabilità”.
Nel film si citano gli spettacoli tv che sfruttano il corpo delle donne. Lei ha fatto scene di nudo al cinema e nella pubblicità. Qual è il suo criterio di selezione?
“Devo sentire che sono a mio agio, che lavoro con gente straordinaria. Sono comparsa nuda in tre film. Il primo è stato Training Day, che ha fatto vincere l’Oscar a Denzel Washington. Gli ho detto che è stata la mia scena di nudo a farglielo vincere. La seconda volta nel film con Joaquim Phoenix e James Gray, e poi in Spirit, popcorn movie in cui si vede un po’ il mio didietro. Il personaggio era divertente, nella sceneggiatura c’era scritto che mi toglievo il telo e restavo nuda, io ho detto ‘mi dispiace ragazzi, niente frontale, magari il dietro può andare’. Il nudo va bene finché sento che ho il controllo e lo faccio perché l’ho deciso io e perché ha un senso”.
Lei ha detto di essere felice dell’Oscar a Penelope Cruz. Che cosa pensa di quello a Sean Penn? C’erano state polemiche poco prima per l’intervista fin troppo “piegata” di Penn a Raul Castro. Cosa ne pensa lei, figlia di esuli cubani?
“Penso che sia meglio di non parlare di politica. Posso dire che non vedo l’ora di vedere, un giorno, Cuba libera, e di tornare nella mia patria, quando non ci sarà un Castro al potere. Sarà un bel giorno”.